Pagina (58/597)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma il solo entusiasmo, che egli stesso sentiva e che solo tollerava nell'anima dei suoi schiavi, era il fanatismo per la sua propria grandezza e per la gloria delle armi francesi. Era cotesto il pathos del suo trono. Il mondo ora sa, e qui di nuovo la parola torna a proposito, che Napoleone si reggeva sulle passioni pericolose dei francesi. Non è a dire la corruttela che fomentava nella nazione il fragore di guerra dell'impero, e come penetrassero profondamente nella quiete dei focolari francesi la sopraffazione, lo spirito di avventura, la smania di avere e di dominare. Ogni moderazione, ogni pietà verso le istituzioni tradizionali doveva necessariamente inaridire dalle radici in una generazione, che aveva abbattuti tanti troni, disfatta la fortuna di tanti popoli, e aveva celebrate coteste vittorie con gioia frenetica, mentre fra i vincitori uno solo sapeva i guai che costavano.
      Abbiamo riconosciuto come una delle cause essenziali dei mali interni dello stato lo scarso senso del diritto dei francesi. Altrettanto minor comprensione la nazione finora ha mostrato del diritto dei popoli stranieri. Quel po' di senso che ancora ne sopravviveva alle guerre di rapina di Luigi XIV e della Convenzione, andò sommerso nell'ebbrezza delle vittorie dell'impero. Sembra sovente, come se i nostri vicini sentissero in segreto la verità, che cotesto popolo privilegiato ha operato davvero genialmente, da creatore, quasi soltanto in guerra. In tale cieca voluttà della guerra tutti i partiti s'incontrano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Napoleone Luigi XIV Convenzione