Il popolo oppresso dal peso dei balzelli salutò gli alleati al grido: à bas les droits réunis! La nazione distrusse con radicale durezza la vita peculiare delle sue provincie; e la comprensione delle nazionalità straniere le è sempre mancata del tutto. Ma quando la voglia di conquista dell'imperatore vagò fino all'Adriatico e al Baltico, anche lì, in mezzo a quel popolo spregiatore della storia, principiò a farsi udire forte il quesito, se il dipartimento delle Foci dell'Elba si sarebbe annesso all'impero con la stessa condiscendenza, con cui la Provenza aveva tollerato di sommergersi, trasformata in dipartimento delle Bocche del Rodano, nella piatta unità del regime francese. Sì; chiunque guardava un po' lontano riconobbe, che alla fine il nuovo impero di Carlomagno avrebbe infallibilmente annientato la nazionalità francese. L'imperatore volentieri si vantava, che la Francia sarebbe una nazione-sole circondata da nazioni-satelliti, e dichiarò ai vassalli, che i loro stati esistevano solo mercé la Francia e per la Francia. Singolare accecamento! La peculiare civiltà della Francia, come quella di ogni altro paese, era destinata a sparire in una nuova civiltà mondiale dell'occidente, non appena il grande sistema federativo sarebbe stato un fatto compiuto, e a Parigi sarebbe sorta l'Accademia europea pour animer, diriger, coordiner les institutions savantes de l'Europe; quando vi sarebbe fiorita quella letteratura mondiale, che Napoleone raccomandava al nostro grande poeta, e sulla Senna una Corte di Cassazione europea avrebbe spianato le contese del continente.
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