Pagina (87/597)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Movimento nella truppa stupidita: un incrocio di quelle grasse parolacce, di cui l'esempio imperiale aveva fatto il pascolo comune, corre su tutte le bocche, da quella del maresciallo a quella dello stalliere; e il drappello balza via selvaggiamente, a precipizio. Sono inesauribili le sue invettive contro il gaillard e archifou, il re di Svezia, contro la vieille bête, il re di Sassonia, e via dicendo. Lanciava oscenità plebee perfino sul viso delle dame che non poteva soffrire. Anche Federico II ha perseguitato i suoi avversari con crudeli epigrammi; ma, come accade alle nature spiritose, nei suoi motti arguti e spietati provava una soddisfazione estetica ignota a Napoleone. L'odio inestinguibile che schierò contro Napoleone uomo le più nobili donne tedesche, Luisa di Prussia, Amalia di Weimar, Carolina di Baviera, dispensa dall'insistere oltre.
      Chi vuole scusare le grossolane contumelie dell'imperatore con la sua veemenza passionale, consideri con quanto poca dignità sopportò il cambiamento del destino. Egli conosceva l'arte rara di vuotare il calice della fortuna fino alla feccia, di seguire ogni vittoria fino all'ultima presa del successo. Solo una volta, nell'ora del trionfo, l'umana debolezza sfiorò anche cotesti nervi di acciaio: alla Moscowa gli venne meno la risoluzione d'inseguire il nemico battuto. Ma se sapeva profittare del favore della fortuna, non la concepiva pesante a portare. Quando il mondo era ai suoi piedi, non sdegnò la goffa millanteria né il gusto del male altrui, che son propri dell'avventuriere comune.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Svezia Sassonia Federico II Napoleone Napoleone Luisa Prussia Amalia Weimar Carolina Baviera Moscowa