Eppure non si riscontra in nessun luogo una sola falsità surrettizia. Una elevata sicurezza dell'anima permette al re di riconoscere acutamente e apertamente i propri errori; e tratta i nemici secondo la sua massima indimenticabile: "diminuire i propri avversari è viltà".
Contemplando questi tratti caratteristici, Napoleone ci appare come una grandezza impura, come l'eroe del perfetto egoismo, e la sua opera come la completa conferma del detto orribile: "io sono solo me stesso". Salvo che questo egoismo era geniale, entusiasta e capace di entusiasmare e trasportare milioni d'uomini.
IV.
Se ora ci domandiamo quali sono i frutti sopravvissuti all'azione di cotesto potente, riconosciamo che gli rimane la gloria di avere non già, come dicono i suoi adulatori, iniziata e compiuta dovunque in Europa la lotta contro gli avanzi del feudalismo, ma di averla incommensurabilmente accelerata e facilitata. "Solo l'atmosfera moderna può soffocare il feudalismo", soleva egli dire con conoscenza sicura dei segni dei tempi. Salvo cotesto benefizio, la sua opera rispetto all'Europa sembra vana, assurda. Della sua grande politica il tempo ha ammesso solamente quei risultati che egli non si era proposti. Subito dopo la sua caduta, i popoli restituiti a sé stessi si misero di conserva per una via, che correva direttamente opposta alla via della politica napoleonica. L'impero era stato l'impero della guerra. La classe media pacifica si fa avanti immediatamente dopo Waterloo, e la spada cede all'aratro.
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