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      Nullis polluitur casta domus stupris! canta Orazio con gratitudine ad Augusto; e in codesta grossa iperbole è però involta la verità, che la morale sotto i primi imperatori era in condizioni meno orrende che al tempo di Catilina. Alleghiamo in fine quello che è il contrapposto più sorprendente nella politica dei due dominatori: Cesare era un uomo di stato, Napoleone un soldato. Sopra abbiamo illustrato il carattere prevalentemente militare della politica napoleonica; aggiungiamo ora un altro tratto singolarmente istruttivo: il giudizio sprezzante di Napoleone sulla guerra dell'indipendenza americana. Proprio in questo si tradisce l'unilateralità del tecnico militare. L'imperatore non comprende, che per l'appunto nell'elasticità della difensiva di Washington, in quella catena di meschini scontri di avamposti e di laboriose discussioni nel Congresso, la sostanza specifica della guerra si rivela come la forma violenta della politica, e che Washington va annoverato tra i grandi condottieri per l'appunto per cotesto, che non era puramente un generale. Cesare conduceva la guerra nello stesso senso dell'americano, salvo che con un genio più fertile. Quando a quarant'anni mutò la toga col manto di porpora, pel primo capitano del tempo la guerra non era stata mai altro che un mezzo: non appena raggiunto lo scopo politico, le armi posarono.
      Se è pericoloso commisurare tra loro le gesta di Cesare e di Napoleone, ogni confronto dei due uomini nel loro essere umano cade diritto nel ridicolo.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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