In questo caso sono in atto le forze elementari dell'istinto popolare; e noi ci contentiamo di poche postille, e pel resto ci richiamiamo all'antichissima esperienza, che solo ai sacerdoti e ai condottieri accade di diventare, nel vero senso, eroi nazionali. Solo all'eroe della fede e all'eroe della spada è sancito quel supremo favore popolare, che entusiasma i milioni di uomini e schiude la bocca alla leggenda. Su tale argomento la limitatezza, l'incertezza di ogni conoscenza storica si parano dinanzi all'animo in modo scoraggiante. Non solo il giudizio sulla ragione e sul torto delle lotte passate è preso, come s'intende facilmente, nel vortice di una eterna trasformazione; ma anche la questione su quali dei fatti avvenuti meritano l'attenzione e sono degni di essere ricordati, è risoluta dai posteri in modo ben diverso che dai contemporanei. Come una pubblica biblioteca, se vuol rispondere interamente allo scopo, deve contenere a un dipresso tutto ciò che si stampa, perché nessun contemporaneo è in grado di presagire se le fantasticherie oziose di uno sciocco cuculiato appariranno alla posterità utili ed istruttive rispetto a un sistema d'idee ancora sconosciuto, così anche la storia dovrebbe tramandarci tutto ciò che avviene nella vita di un popolo. Disgraziatamente, noi sappiamo soltanto ciò che gli scrittori contemporanei hanno ritenuto memorabile; e oggi noi daremmo via molto volentieri la conoscenza di tante defunte discussioni parlamentari laboriosamente dibattute, se sapessimo con più sicurezza ciò che le nonne filando alla rocca raccontavano del grande imperatore ai nipotini, ciò che i contadini delle provincie hanno lamentato del ministro borghese di Luigi Filippo.
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Luigi Filippo
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