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      Osservando cotesta feconda politica europea dei Borboni, comprendiamo facilmente la ragione per che allora i francesi inviperiti cantavano con Casimiro Delavigne: ces esclaves d'hier, aujourd'hui nos tyrans! e il ritornello di Béranger: en France soyons français! sonava scortesia ai Borboni.
     
     
     
      II.
     
      Basterebbero queste congiunture a spiegare la caduta dei Borboni. L'ubbidienza a una dominazione ritenuta straniera ha un'azione morale dissolvente, e un'antica esperienza, che torna a onore dei popoli di occidente, dice che la condotta debole dello stato di fronte allo straniero si è sempre risolta per loro in una leva della rivoluzione. La Restaurazione prese volentieri il nome di monarchia della tradizione; e il primo manifesto di Luigi XVIII promise di ricongiungere la catena interrotta dei tempi. Una monarchia della tradizione in un popolo, che non possedeva più tradizioni storiche, che aveva rotta con piena coscienza la catena dei tempi! Ciò che era stramazzato sotto l'uragano della Bastiglia, era per le popolazioni il tempo fosco dell'arbitrio e dell'arroganza nobilesca, e non ne sopravviveva che un odio senza limiti. Chi mai parlava ancora dei fasti crociati dei La Tremouille e dei Montmorency? Dopo il risveglio del popolo, nei giorni della ragione e dei diritti dell'uomo, nei giorni della vittoria, gli uomini del terzo e del quarto stato avevano tenuto il fastigio della nazione; e adesso il re presumeva di spazzar via dalla memoria del popolo proprio questo tempo, che per lui costituiva tutta la storia della Francia!


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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