È noto, che ben poco fu effettuato di quanto pretendevano gl'insensati disegni reazionari, con cui gli emigranti assediarono la corte. Si può dire che la Restaurazione andò in rovina meno per le azioni, che per le intenzioni attribuitele dal popolo. E siccome era stabilito, che la Francia dovesse aspettarsi da cotesta dinastia una lotta implacabile contro i preziosi frutti della Rivoluzione, in ciò stesso ha radice il giudizio di condanna contro il ripristinamento dell'antica regalità. Appena rimpatriati, gli ultralegittimisti principiarono a rimettere in questione tutto ciò che alla nuova Francia era divenuto caro e inseparabile. Siccome il primo console aveva saggiamente riconosciuto la riversibilità dei possessi, gli emigrati ripeterono la loro proprietà. La lotta terminò col pagamento di un miliardo agli emigrati; ma siccome costoro lo riguardarono solamente come un acconto, seguì che tutti i possessori dei beni nazionali perderono il senso della sicurezza sui terreni legittimamente acquistati. Da ciò conseguì la lotta contro il nuovo diritto ereditario. Noi francamente non approviamo una legislazione, che vieta al testatore la disposizione della maggior parte dei suoi beni e sottopone i più delicati segreti della famiglia alle indagini inquisitive del magistrato; ma essa è senza dubbio democratica. Era sopra tutto nazionale, e presto ebbe pel popolo il valore di ragione scritta. In siffatte questioni, che toccano l'intimità della vita di famiglia e l'economia domestica, il legislatore rimane impotente di fronte ai costumi nazionali.
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