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      Il funzionario tedesco, a cui i costumi politici del nostro popolo hanno sempre accordato una certa indipendenza dall'alto, è ignoto ai francesi. Aggiungiamo inoltre la misura avara, indegna di un grande stato, degli stipendi in Francia, dove, per giunta, il costo della vita è più caro; il che da una parte favorisce la disonestà ormai divenuta storica della burocrazia francese, e perciò rincara l'amministrazione già senz'altro dispendiosa, e dall'altra aggrava la dipendenza dall'alto; e abbiamo l'immagine di una gerarchia di uffici, che non si può congetturare più illimitata.
      Non era menomamente un governo dell'arbitrio. Il consiglio di stato, che deliberava collegialmente, eccelleva sempre per giustizia e competenza. L'amministrazione si dà un ordinamento giuridico, interpreta le leggi e le completa coi regi avvisi, e si emancipa dal potere giudiziario così completamente, come non aveva mai osato nessun principe europeo prima di Napoleone. Le competenze di questa strapotente amministrazione erano ampliate dalle leggi eccezionali, che ritornavano periodicamente, a causa delle continue cospirazioni di quei tempi bollenti. L'esecrato tribunale eccezionale del Prevosto fu esplicitamente riconosciuto dalla Carta. Ma le stesse corti ordinarie avevano ottenuto da un tratto magistrale del dispotismo napoleonico una organizzazione, che a lungo andare rendeva impossibile ogni opposizione dei tribunali all'amministrazione. Le corti si dividevano in piccole commissioni, a cui i rispettivi membri erano assegnati per brevi periodi di tempo.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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