Il sistema proibitivo era radicato in questo stato fin dal tempo di Colbert: l'amministrazione burocratica e il dazio protettore erano l'effetto di un medesimo spirito statale. Dopo il breve episodio della prima assemblea nazionale, che inclinava alle vedute fisiocratiche, la Convenzione nella lotta contro l'Inghilterra era ritornata al sistema nazionale del commercio, e i divieti d'importazione di Napoleone appagarono pienamente l'egoismo miope degli industriali. I dazi proibitivi sui prodotti industriali forestieri rimasero sostanzialmente inalterati sotto la restaurazione, e l'interesse di classe dei grandi proprietari di terre aggiunse nuovi dazi sui prodotti greggi. L'importazione di tutti i prodotti agricoli nominati fu proibita, o caricata di dazi che eguagliavano il divieto, i cereali furono assoggettati alla scala mobile delle mercuriali, il ferro e l'acciaio furono protetti per riguardo dei grandi proprietari di boschi. La Francia con la sua politica commerciale era alla retroguardia dei popoli civili: tutti gli stati vicini furono lesi, e anche gli staterelli del nostro mezzogiorno furono costretti alle rappresaglie. Cotesta assurdità politico commerciale esercitava, soprattutto, un'influenza nefasta sulla morale pubblica. Il governo non riusć mai a che le camere ne avessero abbastanza, ormai, di esprimere con inverecondia spaventevole il loro egoismo sociale. Nelle classi possidenti s'insinuarono la diffidenza della propria forza, la credenza che lo stato andasse responsabile della sorte del pigio.
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