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      Io temevo più l'invasione del bestiame che l'irruzione dei cosacchi
      , disse più tardi il maresciallo Bugeaud, grande agricoltore, ed espresse con quelle parole l'animo dei suoi consorti di casta.
      Intanto l'uomo del popolo stava in disparte mezzo astioso, mezzo indifferente. I Borboni gli erano estranei. Gli omaggi rugiadosi di loyauté delle dame e degli eroi di anticamera al divinizzato "figlio di Europa", l'odierno duca di Chambord, non significano nulla: la stessa venerazione era stata prodigata un tempo al re di Roma, e sarà mostrata più in là da questo peuple de héros et de valets anche al conte di Parigi e al recentissimo figlio di Francia, e certamente anche al figlio di un prossimo detentore del potere. Le moltitudini andavano in visibilio quando i borghesi della camera sventavano un nuovo intrigo reazionario degli esosi emigrati: all'ultimo si fece strada in loro la convinzione, che i gran signori nelle camere curassero solamente i loro propri affari privati. Una camera eletta appena da 90000 elettori non poteva considerarsi rappresentanza popolare, tanto meno in Francia; perché qui dall'indole del popolo e dal livellamento sociale derivava inevitabilmente il suffragio universale, che in Germania evidentemente rimase tuttora allo stato di pianta esotica, di precoce esperimento. Il quarto stato non aveva risentito nulla dei famosi benefizi della Carta. Ne aveva soltanto l'obbligo del servizio militare e una parte iniqua del peso tributario: si vedeva la vita artatamente rincarata dal dazio protettivo, e la cultura intellettuale così scelleratamente trascurata dalla potenza dello stato padrona di tutto, che di 6 milioni di fanciulli in età di scuola, 4 milioni crescevano senza alcuna istruzione.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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