La rabbia contro la Prussia e il linguaggio dei feudali di Potsdam, e quella frivola civetteria che con la glorificazione del genio mira insieme a mettere in mostra il proprio genio, cavarono al poeta l'odioso "Libro di Le Grand". Solo la perfetta assenza di carattere e di pensiero della corte di Vienna spiega l'enimma, come mai al poeta radicale si sia associato, secondo, il signor di Zedlitz: il panegirista sfegatato del principe di Metternich intrecciò una corona funebre al córso, e vi aggiunse l'idolatria pei francesi. Fu anche più notevole il fatto, che la stessa letteratura amena, che è impolitica per natura, s'iniziò al culto di moda: innumerevoli novellisti e lirici, come per esempio Guglielmo Hauff nel libro Bozzetti dell'imperatore, glorificarono senza secondi fini l'eroismo imperiale.
Anche in Germania la leggenda napoleonica ebbe séguito specialmente nel popolo. Noi pure avevamo i nostri veterani napoleonici: l'esercito sassone vantava come sua gloria suprema la giornata della Moscowa, e il bavarese la campagna del Danubio del 1809. Chi visita le antiche case franche del nostro mezzogiorno si abbatte in una quantità innumerevole di ritratti dell'imperatore, e qua e là, nelle regioni anteriori dell'antico impero d'Austria, in qualche figura dell'arciduca Carlo e della battaglia di Stockach, ma non incontra quasi in nessun luogo una vecchia immagine di Blücher o di Stein. Una volta in una locanda di campagna nell'alta Selva Nera io vidi una figura ingiallita di venti anni prima, di quelle vendute nelle fiere.
| |
Prussia Potsdam Le Grand Vienna Zedlitz Metternich Guglielmo Hauff Bozzetti Germania Moscowa Danubio Austria Carlo Stockach Blücher Stein Selva Nera
|