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      La vittoria della rivoluzione sull'antico regime parve subito completa. Sparirono la vecchia dinastia e la camera della nobiltà e con loro le forze che sole finora, come si pensava, avevano isterilito al paese i frutti del 1789. La Francia, come dice la Carta rimaneggiata, riprende i suoi colori. L'animale indeciso, ma di sensi supremamente liberi, che si è convenuto di chiamare il gallo francese, riprincipiò a cantare. Sullo stemma della grande nazione campeggia come simbolo assai significativo un libro aperto con l'iscrizione: "Carta del 1830". Il nuovo re borghese fa sparire gli esecrati gigli anche dal proprio stemma di famiglia. E non solo i folleggianti della gioventù radicale, come il nostro Heine, opinavano di veder fiorire una primavera d'oro dei popoli non appena sarebbero risonate le parole magiche "Lafayette e il tricolore", ma perfino uomini politici seri, come Dahlmann, si compiacevano dell'opposizione giusta e moderata. Né il movimento di Parigi penetrò soltanto in Italia e nei piccoli stati tedeschi: anche l'Inghilterra sperimentò per la prima volta, dopo un decennio, l'influenza dello spirito francese; e la stessa sollevazione delle classi medie, che a Parigi aveva abbattuto i Borboni, condusse di là dalla Manica al Reformbill.
      Il raffinato e dotto acume riprincipia anche qui il suo gioco con le comparazioni storiche. Forse che non si erano ripetuti, fino ai particolari più minuti, tutti gli eventi che avevano preceduta la gloriosa rivoluzione inglese? Qui come lì regna, aliena ai tempi, con l'appoggio straniero, una dinastia prossima ad estinguersi; qui come lì vediamo una nazione, che sopporta longanime il disordine inveterato, perché vicino alla corona è un principe che può subito portare sul trono sangue giovine e idee moderne; finché, sia nell'uno che nell'altro paese, la nascita inaspettata di un successore legittimo al trono minaccia tutt'a un tratto di perpetuare la dominazione dell'antica casa odiata.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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