Anche noi lettori tedeschi dimentichiamo la considerazione dovuta al magnifico valore scientifico e a qualche incontestabile merito politico dell'uomo, quando sotto le sonore massime morali delle sue memorie scopriamo la malafede, l'ipocrisia del silenzio; quando in ogni pagina di questi otto volumi leggiamo nelle o tra le righe sempre la stessa ed unica conclusione: "io avevo sempre ragione". Prima aveva visto cadere sotto la ghigliottina il capo del padre, poi lamentato le carneficine dell'impero; e dalle esperienze della giovinezza aveva cavato la persuasione di essere destinato a condurre la lotta della virtů contro tutte le selvagge passioni. Ora gli amici rievocano per lui le parole che un tempo padre Giuseppe rivolse a Richelieu: l'oeuvre de V. Exc. est de rétablir le fort Estat de cette monarchie et de couper court aux mauvaises entreprises qui troublent l'esprit des hommes. Chi puň ascoltare con pazienza questo sapientissimo dei sapienti, quando spiega la politica dei dottrinari come "un misto di elevatezza filosofica e di moderazione politica, la considerazione razionale dei diritti e dei vari dati di fatto, una dottrina rinnovatrice insieme e conservatrice, antirivoluzionaria senza essere reazionaria, modesta in fondo, sebbene sovente superba nelle parole"? O quando il ministro vanta alla camera questo modello di politica come une politique un peu grande seulement, e dichiara all'opposizione, che i suoi rimproveri non raggiungerebbero mai l'altezza del suo dispregio, ed esprime al re lo stupore per la somiglianza della politica di Washington con la sua propria?
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Giuseppe Richelieu Exc Estat Washington
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