In seguito Napoleone III ha mandato capovolto il nostro entusiasmo per la Francia; tanto che ora corriamo, invece, il pericolo di spaccar sovente sentenze sulla lascivia dei costumi e degli scritti dei nostri vicini, e con un'albagia farisaica, che mal si addice alla modestia valorosa dei tedeschi. In verità, di quegli onesti giudizi dei critici ideali sui vizi reali della Francia odierna, giudizi che ogni tanto si pavoneggiano solennemente nelle appendici delle nostre gazzette, noi faremmo volentieri a meno, tanto più che cadrebbero sotto il dileggio e il riso universale, se nulla nulla gli anonimi redattori si decidessero a rivelare il proprio immacolato nome. Il salmo di condannazione della nuova Babilonia francese è intonato nel modo più fragoroso dai giornali di Vienna: proprio Vienna, che non si trova a un livello morale molto più alto di Parigi; perché, se sul Danubio si pecca meno, vi si lavora però di gran lunga anche meno che sulla Senna. Gli autori di siffatti quaresimali a buon mercato dimenticano fino a qual segno noi stessi, al tempo della giovine Germania, c'intrigammo a fondo nelle reti della sirena parigina. Dimenticano, che il giudizio sui più delicati problemi morali dev'essere e deve rimanere diverso secondo le varie nazionalità, non ostante il cristianesimo e il continuo e vivo scambio mondiale. Il sangue tumultuoso della nostra gioventù ama sedarsi tra i bicchieri e i duelli, l'ardore dei giovani francesi nelle avventure galanti; e alla domanda, quale di queste due debolezze nazionali riesca più rovinosa al temperamento e al carattere non ancora formati dei giovani, non si può a ogni caso rispondere in un modo unico, che valga egualmente per tutti gli uomini.
| |
Napoleone III Francia Francia Babilonia Vienna Vienna Parigi Danubio Senna Germania
|