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      Cotesti elementi variamente misti dell'opposizione s'impadronirono prontamente dell'assoluto dominio della letteratura; e ogni legge repressiva dello stato rinvigorì la loro forza e la loro rabbia. La lotta contro le istituzioni divenne una moda; cela posait dans le monde.
      Certo, soltanto l'antico regime sotto Luigi XVI ha durato assalti in così gran numero e trovato difensori così scarsi, come la monarchia di luglio; e l'opposizione, ora, si lanciava al sovvertimento dello stato con una consapevolezza impareggiabilmente più chiara che non ai tempi di Beaumarchais. Considera la ribellione come un sacro diritto; una rivoluzione della coscienza, del disprezzo seguirà le rivoluzioni della libertà e della gloria. Chi è in rapporto col governo, incorre nella taccia di corruzione; perfino Rossi, il patriota italiano, un martire della libertà, non fu risparmiato dall'ira delle gazzette né dalla grossolanità degli studenti, perché era stato chiamato alla cattedra da Guizot. Dilettanti e naturalisti danno alla stampa l'intonazione: in questo stato la classe dirigente è solo la burocrazia. Chi ne è fuori e paga le imposte, non sa e non vuol sapere come appare il mondo visto dall'alto. L'opposizione non cercò mai di considerare le cose mettendosi dal posto del governo, e di ponderare le condizioni che rendono possibile l'azione del governare; e perciò le mancava il primo presupposto di ogni pubblicistica feconda. Non appena un liberale faceva da ministro le esperienze che solo da quel posto gli era dato raccogliere, e moderava in conseguenza le sue opinioni di partito, lì per lì veniva battezzato traditore.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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