Ignare del soccorso della previdenza il quale si rinnova ogni giorno, sognavano un precipitoso sovvertimento dell'ordine sociale.
E il povero lavoratore abbandonato come mai avrebbe potuto ritrovarsi, tra quei fenomeni affatto strani e inauditi, che la nuova grande industria portava nella vita commerciale? Le energie del lavoro e del capitale, invano invocate dall'agricoltura, affluivano in massa alle fabbriche. Una divisione del lavoro accuratamente perfezionata permette agl'intraprenditori di guadagnare grandi somme con un tratto di penna, e tutta quanta la distribuzione dei beni si presenta al lavoratore ignaro come una frode o un gioco d'azzardo. Donde le crisi commerciali che, incomprensibili al lavoratore, scoppiano improvvise e portano via il guadagno a mille e mille; e, insieme, la mostruosa supremazia dei grandi capitalisti, che nel diritto positivo trovano le armi più che sufficienti per assoggettarsi gli operai. Sebbene l'aumento della media proprietà immobiliare, in quel tempo, fosse facile a dimostrarsi, e fosse evidentissimo quello della media proprietà mobile, pure nel seno della grande industria risultò innegabilmente acuta e amareggiante la sproporzione nella ripartizione dei profitti. E questa enorme trasmutazione gravava sopra un quarto stato, il cui orgoglioso amor proprio non aveva l'eguale nel mondo; perché non era possibile dimenticare, che un tempo i possidenti avevano tremato per cinque anni di seguito davanti agli uomini delle picche del quartiere operaio.
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