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      Perciò avvenne, che gli stessi borghesi che nel loro intimo esecravano la repubblica e i suoi fondatori, si dichiararono unanimemente pel nuovo governo. Gli stessi nomignoli di partito, "repubblicano di oggi" e "repubblicano di ieri", tradiscono la corruttela morale di questa società frustata dalla paura. Come profondamente era discesa la intellettuale nazione, se applaudiva le frasi vuote di Lamartine, perché il poeta metteva avanti la faccenda dell'"ordine"! Lo stesso maligno cospiratore Caussidière fu ammirato dai borghesi riconoscenti. Costui aveva costituito una guardia di polizia con gli eroi delle barricate, e questi baldi compagni "creavano l'ordine col disordine".
      Nessuno meglio del partito vincitore conosceva il valore di cotesti omaggi ai poteri del momento. Perciò annunziò il principio: "la repubblica è al di sopra del suffragio universale"; contestò al popolo e alla rappresentanza popolare il diritto di ristabilire la monarchia, e volle il differimento delle elezioni fino a quando il popolo fosse istruito. Ledru-Rollin comandò ai prefetti di prendere tutti i provvedimenti che assicurassero alla repubblica la cooperazione del popolo! Conseguentemente volle subito mandare nelle provincie commissari con poteri illimitati, secondo l'uso della Convenzione, per plasmare la nazione. Saggiamente, non fu sottoposta immediatamente al voto generale la domanda: riconoscete la repubblica? L'elezione per l'assemblea nazionale fu ciò che gli americani del nord chiamano a Hobson-choice: un'elezione, in cui non è possibile un no.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Lamartine Caussidière Convenzione Hobson-choice