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      Marie, ministro dei lavori pubblici, aveva già aperto le sue officine nazionali; e vi accorrevano in folla migliaia di operai senza pane, i quali percepivano dallo stato il salario del loro non far niente. Il ministro nutriva la puerile fiducia, che queste turbe pagate dalla repubblica avrebbero formato una guardia di sicurezza contro il comunismo. Anche Luigi Blanc trovò ridicole tali speranze, e infatti gli operai profittarono della loro vita in comune nelle officine nazionali per organizzarsi militarmente alla guerra delle barricate. Nessuna meraviglia, che di 1329 milioni di entrate quell'anno 613 milioni, cioè 61 milioni più che nel 1847, siano stati spesi nella sola capitale!
      Il pavido borghese aveva tuttora davanti agli occhi le terribili scene dei giorni di febbraio, quando la folla urlante, guidata da un macellaio che brandiva la coltella, si precipitò all'assalto del palazzo Borbone; e i conquistatori delle Tuileries non furono indotti ad uscire dal castello reale, se non dopo assicurati, che non si sarebbero loro perquisite le tasche. Per giunta, ecco che Ledru-Rollin rievocava le ombre sanguinose di Robespierre e di Saint-Just, e i suoi onnipotenti commissari già principiavano nelle provincie a condonare qua e là le tasse sui salari, per spianare il terreno al dominio del comunismo pratico. Dalle moltitudini saliva per mille voci il grido: "Deve sparire la proprietà o la repubblica! Il rosso dell'amore tra gli uomini sostituirà i colori, la tricolore de nos devanciers, di un'età superata!


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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