Il circondario per l'innanzi era amministrato dal sottoprefetto con l'assistenza di un consiglio distrettuale, mentre il cantone, suddivisione del circondario, non aveva alcuna importanza nell'amministrazione e valeva puramente come circolo giurisdizionale del giudice di pace. Ora, invece, il sottoprefetto di botto veniva a comandare egli solo nel circondario, e corrispondentemente s'istituiva in ogni cantone un consiglio cantonale eletto. A questo proposito, legittimisti come F. Bechard e radicali come Lamennais avevano sovente ricordato, che la maggioranza dei comuni locali erano troppo piccoli per l'amministrazione autonoma. Per la qual ragione si pensò di stabilire nel cantone il centro di gravità di una nuova autonomia. Ma i singoli membri non permisero di venire staccati ad arbitrio dalle giunture ferree dell'amministrazione napoleonica. Questo stato non tollera consigli amministrativi eletti, ai quali non presieda come capo deliberante un funzionario governativo: ragion per cui i consigli cantonali non entrarono mai in vita. Le sole riforme effettive, che l'amministrazione introdusse in questo campo, consisterono nel ripristinamento dell'inamovibilità dei giudici abolita nei giorni della vertigine rivoluzionaria, e nell'istituzione di un tribunale che decidesse sui conflitti di giurisdizione. Anche l'esercito rimase qual era: l'egoismo degli abbienti non volle ammettere, che la famosa eguaglianza di tutti i francesi portava di conseguenza l'universalità del servizio militare obbligatorio.
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Bechard Lamennais
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