Se di sotto a un tale strato fitto d'ipocrisia e d'immoralità vuole distinguere il merito di un siffatto sistema sorretto sul quarto stato, l'uomo colto deve reprimere con forza molte delle più care e nobili idee proprie del suo ceto.
Il secondo impero capita nei due più ricchi decenni contemporanei; e se riflettiamo con quale agilità ha pazzamente corvettato e ha cangiato il giudizio del mondo sul terzo Napoleone, sentiamo vivamente come siamo diventati vecchi in pochi giorni. Il nuovo bonapartismo, opposto vivente dell'infingardo regno borghese, ha trasformato più profondamente e più violentemente di qualsiasi altro regime moderno le condizioni sociali del suo paese; la baldanza del suo assoluto volere osò parecchie riforme recidenti dalle radici, per le quali un parlamento non avrebbe trovato né il coraggio né la spregiudicatezza. Solo che la precipitosa caduta di questo sistema dell'affario conferma ancora una volta la regola, che un governo tanto meno è stabile, quanto più ampiamente allarga la propria attività.
Raccogliamo innanzi tutto le brevi memorie del presente negli stadi principali che il secondo impero ha percorso. La sua storia si divide in due periodi nettamente distinti. Nello stesso modo come un tempo, subito dopo l'anno 1840, sorse opinione, che la stella degli Orléans corresse all'occiduo, così, dopo il 1860 il giudizio generale ritenne, che l'impero del terzo Napoleone avesse sormontato il suo culmine. Con questo, però, che il decennio dell'ascesa era la fase del dispotismo non mitigato in nulla, laddove il decennio della discesa era il tempo delle prove liberali!
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