Il nuovo sistema bonapartistico non era né un dispotismo illuminato sullo stile del secolo decimottavo, né un semplice ripristinamento dell'impero militare napoleonico, ma una forma statale per sé stante, affatto moderna: una tirannide personale, eletta dalle moltitudini e governante a pro di cotesto quarto stato pervenuto alla coscienza di sé. Laddove nella monarchia legittima, anche sotto una corona assoluta, tutte le istituzioni e i costumi statali convergevano allo scopo di sottrarre la persona del monarca alla lotta dei partiti e di assicurare anche sotto un principe inetto il regolare andamento della cosa pubblica, all'opposto nella Francia bonapartistica la persona del monarca portava fondamentalmente la responsabilità del destino dello stato. Talché un ministro geniale, sotto un imperatore senza talento o impopolare, non sarebbe stato in grado di assicurare la durata al sistema. Il dottrinario del secondo impero, il duca di Persigny, curò di designare l'eletto del popolo come homme-peuple: sotto la forma adulatoria l'espressione recava l'esatto significato, che cotesta potenza imperiale era una dignità supremamente personale, che doveva affermarsi nella sollecitudine quotidianamente rinnovata pel bene delle moltitudini. È vero, che la maggioranza degli elettori aveva esaltato il terzo Napoleone in virtù del suo nome: ma nessun uomo imparziale poteva da cotesta potenza dei ricordi napoleonici trarre la conclusione, che la moltitudine dei francesi fosse attaccata ai Bonaparte con la medesima fedeltà con cui i prussiani ai legittimi Hoenzollern o un tempo gli olandesi alla casa tirannica degli Orange.
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