Anche noi tedeschi conosciamo gli abusi delle autorità nella elezioni politiche; pure ci è dato affermare arditamente, che, in forza dell'indipendenza dei nostri comuni e dell'educazione delle nostre moltitudini, i casi più vergognosi della corruzione elettorale tedesca, arrivano a stento agli esempi dei tempi di Guizot. Era riserbato al bonapartismo di oscurare tutti i predecessori, e di illustrare così terribilmente alla democrazia l'effetto a due tagli del suffragio universale, che il ministro repubblicano Carnot dovè confessare: "il suffragio universale senza l'educazione del popolo è un pericolo, senza libertà è una menzogna". La lode della sincerità, che i satisfaits amavano tributare al sistema elettorale del bonapartismo, col fatto era ben fondata. "Il tempo dei mezzi meschini, dei mezzi segreti è passato", disse il ministro Persigny nella sua prima circolare elettorale del febbraio 1852. "Quale imbarazzo per gli elettori, se il governo non designasse egli stesso gli uomini di sua fiducia!" e, aggiungevano ufficiosamente i prefetti, "non rispondendo alla dignità del governo il fare qualcosa a mezzo, esso combatterà i candidati contrari". In ogni collegio fu presentato un candidato ufficiale. Ogni altro candidato era desavoué d'avance. Giacché, o era un avversario, e sarebbe stata una folle speranza presumere di menare a fine anche adesso, sotto l'imperatore responsabile, propositi ostili al governo; o era un amico, e allora non era lecito, in grazia di un meschino interesse personale, porre a cimento il pubblico bene!
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Guizot Carnot Persigny
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