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      Ancora e sempre l'antico uzzolo fanciullesco degli effetti teatrali, l'antica atroce ferinità dell'odio di partito. Nessuna seduta del corpo legislativo soddisfaceva i parigini blasés, se non era drogata da un incident, da una scenata di maldicenza e furore di parte. Dopo che i legislatori con la faccia in fiamme e con un selvaggio dimenamento di braccia si erano sfogati per un pezzo nel palleggio dei vituperii, il presidente aveva cura di levarsi solennemente e di pronunziare quella parola tragicomica che, inconcepibile nel parlamento inglese o nel tedesco, divenne nel francese una espressione addirittura rituale: "Signori, l'incidente è chiuso!". Presto si sarebbe provato, se i piccanti incidenti erano in grado di allevare una generazione di statisti parlamentari!
      Donde derivò, in fondo, l'evoluzione liberale, che alienò a mano a mano dal dispotismo democratico le classi abbienti finora soddisfatte? Da tre fonti. Dalla onesta indignazione della nessuna libertà dello stato; dalla brama inarrestabile di novità; e finalmente e principalmente da quella gelosia per la Germania, che passava come un filo rosso attraverso tutte le fluttuazioni dello spirito pubblico. Già da quando fu fondato lo stato tedesco settentrionale, da quando l'idolo del prestige francese principiò a vacillare, la maggioranza della nazione cominciò a sentire vivamente l'onta del dispotismo; ma questo nuovo sentimento liberale, proprio perché non era stato punto acquistato e travagliato con una faticosa elaborazione, non si manifestò veramente stabile e di tempra provata.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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