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      Anche per l'addietro le laboriose contrade della Creuse, della Marche, del Limousin mandavano lontano i giovani a prestare la loro opera di muratori: ora principiarono a spopolarsi, perché gli operai non intendevano più di dar le spalle ai piaceri delle grandi città. Tra gli anni 1851 e 1856 la popolazione diminuì in 20 dipartimenti, anzi in quello dell'alta Saône circa di un intero decimo: la popolazione di tutto l'impero crebbe non più che di 256.000 anime, e quella della capitale di circa 305.000. In verità gli anni seguenti mostrano un aumento alquanto più vivo, ma le stesse statistiche ufficiose doverono designare coteste condizioni morbose con l'accettevole perifrasi: "la popolazione rimane stazionaria".
      Nei primi 60 anni del secolo la popolazione dell'impero era cresciuta a un dipresso del 0,57 per cento all'anno: le occorrevano quindi, per raddoppiarsi, 150 anni: alla Germania, secondo i dati raccolti finora, circa 55 anni. A quei sacerdoti di Mammona, che in un fitto stuolo di fanciulli vedono non più che pure bocche inutili, diamo il modo di ponderare quale spostamento di energie abbia arrecato la scarsa fecondità della popolazione francese. Nel 1816 vivevano in Francia su ogni miglio quadrato 500 uomini più che in Germania, esclusa l'Austria; viceversa nel 1861 il miglio quadrato in Germania era divenuto più denso di 300 uomini, e al principio della guerra germanica la Francia era già superata in popolazione assoluta dalla Prussia e dagli stati settentrionali e meridionali della Confederazione!


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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