Se non che anche in questo campo si manifesta al giudizio posato l'ampio divario che corre tra il secondo impero e il primo. L'arte nel nostro secolo prosaico non costituisce più la misura infallibile della vita spirituale. Per contro, l'Italia di Cavour e di Manin ben a ragione protesta, che si valuti alle opere di Verdi la sua potenza geniale; e anche noi tedeschi, quanti poeti drammatici, che potrebbero collocarsi accanto a Ponsard e ad Augier, non abbiamo avuto in quei cinquant'anni tanto fecondi pel nostro sviluppo? Per lo meno può oggi considerarsi l'arte drammatica come lo specchio fedele dell'educazione del popolo. Il tesoro accumulato dei più antichi drammi libera la scena dal dominio illimitato della poesia recentissima: mentre la poesia drammatica contemporanea decadeva, il Théâtre français, che è sempre il primo teatro del mondo, riproduceva alla ribalta in esecuzioni magistrali i personaggi di Corneille e di Molière. La scienza offre un più valido appoggio al pregio della cultura moderna, e se noi guardiamo addentro, non solamente il confronto del secondo impero con la desolazione spirituale del primo ci appare ridicolo, ma ci si presenta la questione, se la valentia modesta della recente scienza francese non abbia donato al mondo più frutti sani e durevoli, che non dianzi la letteratura presuntuosamente(29) rumorosa della monarchia di luglio.
Seguì al 2 dicembre un tempo sconsolato di temulenza, in cui, stando al ragguaglio di Tocqueville, l'arte di leggere e di scrivere parve quasi perduta.
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