Il fiuto fino del partito spagnuolo subodorò, che il carattere della moderna cultura popolare è determinato in sostanza dalle scuole superiori. I licei imperiali non erano tenuti pericolosi, fintanto che la Chiesa se ne divideva con lo stato la soprintendenza, e fintanto che lo stesso spirito di uniformità pretesco-militare vi dominava così allegramente, che alla medesima ora i medesimi problemi erano proposti a Perpignano e a Lilla. Più scabrosa era l'istruzione elementare obbligatoria, propugnata dall'infaticabile ministro Duruy. Godendo nuovamente la Chiesa dei suoi antichi beni, non avrebbe trovato nulla a ridire, se lo stato anche per l'avvenire avesse speso 450 milioni per l'esercito e da 23 a 29 per l'istruzione. Del resto, anche la scuola obbligatoria era comportabile, una volta che il parroco invigilava accuratamente sulla scuola popolare. Ma la cultura accademica fuori affatto delle mani della Chiesa ha effetti semplicemente rovinosi. Non basta, che accanto a ogni facoltà teologica dello stato sia un seminario ecclesiastico; giacché i nemici nati della fede miracolosa, gli storici e i naturalisti, esercitano senza disturbo alcuno nelle altre facoltà la loro opera di perturbazione. L'assegnazione delle cattedre per concorso aggrava certamente il male dell'assunzione degli eretici dichiarati; talché con un nuovo sbalzo della scienza mondana incombe il malaugurato pericolo, che le conferenze della Sorbona abbiano un successo clamoroso ed impressionante come ai tempi di Cousin e di Guizot, e i magnifici codici della biblioteca imperiale siano esplorati non più quasi soltanto da dotti forestieri, ma anche dai francesi.
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