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      Lo spirito delle truppe, dopo come prima, era determinato dai soldati di mestiere, di cui espresse il sentimento il generale Changarnier nei suoi giudizi sprezzanti sulle milizie prussiane. Dopo come prima, il coscritto francese entrava con terrore e con sgomento nella caserma, per poi conformarsi rapidamente sotto le bandiere all'irrequieta iattanza militare dei veterani. In questo esercito e in questo spirito della nazione, unicamente qui si annidava la minaccia alla pace universale tanto melodrammaticamente lamentata dagli apostoli pacifisti francesi.
      Il dispotismo, anche nelle riforme militari, si rivelò inetto ad apprezzare degnamente le forze morali della vita dei popoli. Quando era pretendente, Luigi Napoleone aveva scritto parole di ammirazione per l'ordinamento militare prussiano; adesso riceveva sull'esercito prussiano informazioni intelligenti e imparziali dal colonnello Stossel. Ma le lettere rimasero inosservate, nemmeno lette. La camarilla militare non voleva vedere, che ogni riservista tedesco e ogni uomo della Landwehr aveva percorso nell'esercito permanente la scuola della disciplina e dell'esercitazione tecnica, e che proprio in ciò consisteva la forza incomparabile dell'esercito tedesco; nutriva unicamente l'idea di superare il rivale con l'enorme superiorità del numero. Perciò fu messa su la massa senza istruzione e senza valore della Guardia mobile, e si persisté con cieca muffosità nell'illusione, che la Landwehr prussiana non fosse buona a nulla, laddove sarebbe bastato uno sguardo fugace sulle leggi militari della Germania settentrionale a mostrare il contrario.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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