Non conveniva alla Prussia rendere alle potenze occidentali servigi, che in conclusione avrebbero potuto profittare esclusivamente all'Austria; ed è a lamentare solamente il fatto, che a Berlino non si ebbe animo destro a cavar partito dal garbuglio orientale per la liberazione dello Schleswig-Holstein. Eppure la partigianeria passionata del mondo liberale per le potenze occidentali veniva da un istinto sano. Era il tempo che il partito reazionario in Prussia magnificava il bianco czar come il secondo padre del nostro stato. Questa autorità sovrana dell'impero semi-asiatico gravava così oppressiva sulla vita tedesca, contraddiceva siffattamente all'essenza della civiltà nostra, che qualunque cambiamento di rapporti tra le potenze europee doveva sembrare un progresso.
L'imperatore ravvisò nell'antico dominio del Ponto il solo punto vulnerabile dell'impero russo, giacché un'irruzione in Bessarabia non era possibile senza l'aiuto dell'Austria; ma già da ora, nei giorni di maggior potenza, mostrò, come poi sovente in appresso, una tentennonaggine di esito imprevedibile tra le vedute proprie e le suggestioni altrui. In principio egli voleva tagliare ogni comunicazione tra la Crimea e la terraferma; poi ristette, e permise lo straordinario assedio di una fortezza, che si riforniva continuamente di nuove forze dal territorio alle spalle. Il despota ebbe la soddisfazione, che il suo esercito desse eccellente prova, mentre nell'armata inglese si manifestavano tutti gl'inconvenienti dell'amministrazione militare parlamentare.
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