Le moderne teorie evoluzionistiche, alla cui profonda influenza non si sottraggono omai neppure i rami d’attività scientifica più discosti da quelli nei quali esse hanno preso origine, stanno per dare un significato nuovo, e direi quasi più concreto, al noto aforisma di Leibniz: il presente è figlio del passato e padre dell’avvenire. Noi siamo più che mai vicini ad ammettere come letteralmente vera la sublime metafora di Pascal(6) secondo la quale il succedersi delle generazioni umane nel corso dei secoli deve esser considerato come la vita d’un uomo solo qui subsiste toujours et apprend continuellement. O per esprimere la stessa idea sotto la forma ancora più precisa sotto la quale essa era già prima stata enunciata da Francesco Bacone:
«Antiquitas mundi iuventus saeculi: nostra profecto antiqua sunt saecula non ea quae computantur ordine inverso initium sumendo a saeculo nostro».
Noi non ci accontentiamo di dedurre da ciò, come Pascal, che quelli che noi chiamiamo gli antichi sono propriamente i nuovi in tutte le cose e formano quella che davvero si può considerare l’infanzia degli uomini, mentre è in noi stessi che si riscontra effettivamente quell’antichità che noi ci illudiamo di venerare in essi. Noi non ci accontentiamo di concludere con Galileo che siccome d’un uomo particolare le ultime determinazioni par che sieno le più prudenti e che cogli anni cresca il giudizio, così dell’universalità degli uomini pare ragionevole che le ultime determinazioni siano le più vere.
In ciò che queste osservazioni presentano come una semplice plausibile analogia, noi siamo ora in grado, appoggiandoci agli importanti risultati recentemente ottenuti nel campo delle scienze biologiche, di vedere qualche cosa di più: noi vi riconosciamo l’azione d’una legge fondamentale che costituisce una delle più gloriose conquiste della scienza contemporanea, di quella legge che Darwin ha formulato dicendo che, nello sviluppo organico individuale, figurano rappresentate in più piccola scala e quasi in riepilogo, le varie fasi corrispondenti allo sviluppo della specie alla quale l’individuo appartiene.
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