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      Quel cumulo di informazioni e di classificazioni che, fino a un tempo non molto lontano dal nostro, esauriva il contenuto di ciò che si chiamava la «Storia naturale», è ora considerato come del semplice materiale da utilizzare per la determinazione dei processi di sviluppo del mondo organico e della parte da assegnare in esso ai vari fattori che vi contribuiscono e alle varie influenze che su esso esplicano la loro azione. Se noi invece prendiamo ad osservare le modificazioni che, nello stesso intervallo di tempo, ha subito il nostro concetto di ciò che è e di ciò che deve essere la meccanica, non possiamo a meno di riconoscere in esse il manifestarsi d’una tendenza diametralmente opposta. Essa ha trovato forse la sua più autorevole espressione nella definizione tanto spesso citata dal Kirchhoff, nella quale è indicato come unico scopo della meccanica la descrizione, nei termini più semplici possibili e col minimo impiego di ipotesi, dei movimenti dei corpi quali avvengono effettivamente in natura.
      Considerati da questo punto di vista, i concetti di cui la meccanica si serve e le supposizioni sulle quali si basa, vengono ad assumere nettamente il carattere di strumenti il cui valore dipende unicamente dal servizio che ci rendono pel raggiungimento dello scopo così indicato, il che d’altra parte trova ulteriore conferma nel fatto, frequentemente notato, che in meccanica non sono i principi o le teorie che provano i fatti che da esse si deducono, ma è piuttosto la conformità delle conclusioni, a cui si arriva, coi dati dell’esperienza, che giustifica i principi e limita il campo delle ipotesi da cui è conveniente partire.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Kirchhoff