[II]
IL METODO DEDUTTIVOCOME STRUMENTO DI RICERCA
Lettura d’introduzione al corso di storia della meccanica tenuto nell’anno accademico 1897-1898 all’università di Torino e ivi pubblicata da Roux Frassati nel 1898. Poi in Scritti, pp. 118-48.
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Tra le questioni sulle quali gli studi sulla storia delle scienze sono atti a gettar maggior luce, e alla cui soluzione è lecito aspettarsi che essi debbano massimamente contribuire, vanno senza dubbio poste in primo luogo quelle relative ai vari metodi di ricerca e di prova, alle cause della loro diversa potenza o fecondità e ai limiti della loro proficua applicazione nei vari campi di attività scientifica. Di ciò è facile comprendere la ragione. Finché, nel trattare questioni di questo genere, noi ci limitiamo a desumere i nostri dati dall’osservazione dei risultati a cui portano, nelle singole scienze, i metodi e i procedimenti per esse attualmente adottati come convenienti, ci riesce impossibile avere a disposizione un materiale di fatti sufficiente per poter stabilire, tra i diversi modi di funzionare d’uno stesso metodo in diversi campi e di diversi metodi in uno stesso campo, quei confronti che sono maggiormente richiesti per guidarci alla determinazione delle circostanze dalle quali dipende la loro diversa applicabilità ed efficacia in ogni singolo caso. L’esame e l’analisi di tutti i casi nei quali un dato metodo è stato effettivamente messo alla prova, compresi quelli nei quali esso dovette essere abbandonato come fallace o infecondo, ci è reso sempre più difficile dal progredire stesso delle scienze, che porta gradatamente all’adozione di metodi sempre più perfetti e sempre più adatti ai rispettivi rami d’indagine, mediante un continuo processo di selezione e di eliminazione dei metodi che, in ciascuno di essi, vengono ad essere riconosciuti meno adatti e meno potenti.
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