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      Infatti, perché la conclusione sia valida, occorre siano soddisfatte non solo le condizioni da cui dipende il verificarsi di una delle premesse, ma inoltre anche quelle da cui dipende il verificarsi dell’altra; e tali due gruppi di condizioni possono anche essere completamente distinti e indipendenti l’uno dall’altro. Per spiegarmi con un esempio, siamo nel caso di una catena, la cui rottura può essere determinata da qualsiasi causa che produca la rottura di uno dei suoi anelli, mentre non è vera la proposizione inversa, che cioè ogni causa che si sa esser atta a determinare la rottura della catena debba per ciò solo esser ritenuta capace di produrre la rottura di un suo determinato anello. Dal che segue, per la catena, che le circostanze che debbono essere verificate perché essa non si rompa sono assai più numerose di quelle, che debbono essere verificate perché non si rompa un suo anello assegnato. E analogamente nel caso del sillogismo sopraddetto, le condizioni e restrizioni che debbono essere soddisfatte perché una delle premesse sia vera, saranno in generale assai meno numerose e quindi atte a presentarsi più frequentemente insieme e a trovarsi riunite in una più grande varietà di casi, che non l’intero gruppo di quelle il cui concorrere è necessario perché si verifichi la proposizione da esse ottenuta per deduzione: il che equivale a dire, in altre parole, che le premesse sono più generali, e comprendono e dominano un maggior numero di fatti particolari di quanti non ne comprenda e domini la proposizione che è stata da esse dedotta.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483