(43) Le stesse o analoghe considerazioni si applicano evidentemente anche agli altri tipi più complessi di ragionamento deduttivo, ed è chiaro anzi che esse acquistano tanto maggior importanza quanto più lunga è la serie di proposizioni attraverso le quali si arriva a una data conclusione.
È questa riduzione d’un fatto, o d’una legge, ad altre leggi o fatti più generali, che costituisce ciò che si chiama spiegazione scientifica, ed è importante notare come i vantaggi inerenti a questo processo non dipendono affatto dalla circostanza che i fatti o le leggi, sulle quali una data spiegazione è fondata, si presentino alla nostra mente come più famigliari o più evidenti per se stessi che non quelli che spieghiamo per loro mezzo. La deduzione applicata in tal modo, come mezzo di spiegazione, ci permette di abbracciare, con un solo sguardo e con un solo atto della mente, una varietà e molteplicità di fatti, la cui considerazione altrimenti esigerebbe una assai maggior copia di operazioni e di sforzi intellettuali distinti. Col suo aiuto noi riusciamo a collocarci a un punto di vista dal quale le analogie, i rapporti, le connessioni, tra i fenomeni che investighiamo, si esplicano al nostro intelletto come le particolarità topografiche d’una regione si offrono allo sguardo di chi le contempli da un’altura. La deduzione moltiplica così le nostre attitudini a percepire l’ordine, le uniformità, le leggi costanti in mezzo al succedersi tumultuario dei fatti e degli eventi, o, per esprimere la stessa cosa con una frase di Platone (lib.
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Platone
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