È da notare, e risulta del resto chiaramente dagli esempi che del processo di semplificazione di cui parliamo ho già dato indietro, che la sua applicazione può esser resa possibile e conveniente solo dal fatto che esistano realmente fenomeni il cui modo di comportarsi non presenti grande difformità da quello che sarebbe se per essi si verificassero esattamente le supposizioni mediante le quali si determinarono le proprietà dei modelli ideali che loro corrispondono. Ciò si verifica solo quando, tra le cause dalle quali effettivamente il modo di comportarsi dei fenomeni in questione è determinato, se ne possano assegnare alcune come preponderantemente influenti e tali che, rispetto ad esse, le altre possano in certo modo considerarsi come semplici circostanze perturbatrici. L’insufficiente realizzarsi di questa condizione costituisce forse il più formidabile ostacolo che si opponga a quel genere di scoperte che abbiamo già indicate come le più efficaci e anzi decisive per determinare l’applicabilità del metodo deduttivo a nuovi campi di ricerche. Si pensi per esempio alle insuperabili difficoltà che avrebbe presentato la scoperta della legge dell’attrazione universale, se le posizioni e le masse dei pianeti non fossero state tali da permettere di trascurare, in una prima approssimazione, le loro azioni reciproche, di fronte all’azione preponderante del sole su ciascuno di essi, o della terra sulla luna. Gli astronomi, come osserva in proposito lo Schiaparelli, si sarebbero allora trovati in una posizione analoga a quella in cui si trovano ancora i meteorologisti.
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Schiaparelli
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