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I
La progressiva tendenza alla divisione del lavoro e alla cosiddetta specializzazione delle funzioni deve forse essere considerata come il più fondamentale dei caratteri comuni a tutti i processi di sviluppo della cooperazione umana nei diversi campi in cui essa si manifesta.
Dell’esistenza di questa tendenza e dell’importanza del ricercarne le cause e le conseguenze, troviamo una netta coscienza già negli scritti dei primi pensatori che si sono preoccupati di speculare sulle condizioni di stabilità e sviluppo degli stati e delle società. Platone, in diversi e importanti passi della Repubblica, indica come condizione necessaria della vitalità e della durata di qualsiasi forma di associazione umana, la totale ripartizione dei diversi mestieri e funzioni tra le classi sociali e i cittadini, e descrive i vantaggi inerenti a un’organizzazione politica che permetta a ciascun membro della società di esercitare la sua attività nella direzione e nella misura determinate dalle sue attitudini specifiche. E, come è noto, egli non ha trascurato di insistere sulle analogie che a tale legge si possono riscontrare in campo fisiologico né di fornire un esempio del profitto che a questo riguardo è possibile trarre dal paragone tra l’organismo sociale e gli organismi propriamente detti, per lo studio della sua composizione e dei rapporti reciproci delle diverse parti di cui si compone.
Nella Politica di Aristotele i vantaggi e l’importanza sociale della divisione del lavoro sono spesso oggetto di considerazioni e vi si manifesta la tendenza a vedere in essa qualcosa di più che una proprietà caratteristica di ogni società umana o animale e a riconoscervi una legge generale che abbraccia tutti i prodotti della natura organica.
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Repubblica Politica Aristotele
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