II
Era necessario quanto precede per giustificare il metodo e la forma di esposizione che voglio usare in questo studio e far comprendere che la mia intenzione non è quella di proporre un nuovo schema di classificazione da aggiungere a tutti gli altri che sono stati finora proposti, ma di esaminare e caratterizzare alcune difficoltà che si oppongono a una soluzione soddisfacente di questo problema e attrarre l’attenzione sulle probabili cause del fatto che non si è ancora potuto superare completamente queste difficoltà.
Una delle cause principali è stata quella che ho già indicato, ossia la credenza che le speculazioni relative al mezzo migliore per ordinare e classificare le conoscenze umane potessero essere distaccate da ogni considerazione relativa ai motivi di ordine pratico che hanno determinato la divisione del lavoro intellettuale, come si presentano effettivamente e come si sono sviluppati, sia nell’organizzazione delle professioni, sia nella trasformazione degli istituti educativi destinati a preparare i giovani alle diverse funzioni della vita sociale. In altri termini, in tale questione, come in altre analoghe, non ci si è sufficientemente accorti che, perché la ricerca di ciò che deve essere riesca e faccia capo a conclusioni valide, essa deve essere preceduta da un’attenta analisi di ciò che è e di ciò che è stato, ossia dalla precisa conoscenza dei fattori che hanno contribuito a determinare lo sviluppo dei fenomeni studiati nel senso in cui essi si sono realmente sviluppati.
| |
|