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      La principale differenza tra questo tipo di classificazione e i due precedenti sta nel fatto che qui il nome che, per così dire, si trova in testa a ciascun gruppo di individui, invece di esprimere l'insieme costituito dalla loro unione, indica un altro individuo che ha un’esistenza a parte e da cui essi provengono, allo stesso modo che da questi provengono a loro volta altri individui che costituiscono nuovi gruppi e così via.
      Qualcosa di analogo avviene nelle classificazioni per gerarchia, dove in testa a ciascun gruppo figura ugualmente un individuo che rispetto ad esso occupa una posizione privilegiata; come, ad esempio, nel caso di un esercito, il comandante rispetto ai suoi subordinati o, in astronomia, il sole rispetto ai pianeti e questi rispetto ai loro satelliti.
     
      V
     
      Questi quattro tipi di classificazione sono certo lontani dal comprendere e dall'esaurire tutte le varietà di schemi e processi usati per raggruppare e ordinare un insieme dato di oggetti. Ma ciò che si è detto dei loro caratteri distintivi, può bastare a fornire un’idea della varietà di criteri che possono e debbono guidarci nella scelta delle classificazioni opportune, quando gli oggetti da classificare sono di natura tale da essere riuniti tra loro, come nel nostro caso, in una moltitudine di rapporti eterogenei e complicati, ciascuno dei quali esige la propria parte di attenzione.
      È proprio in questa circostanza che, a mio avviso, va ricercata una delle ragioni principali per cui, tra i numerosi tentativi (frequenti in tutte le epoche della storia della civiltà) di costruire uno schema ideale della ripartizione dei diversi rami del sapere, che possa rappresentare in un unico quadro i rapporti e le affinità fondamentali sussistenti tra di essi, non ve n’è alcuno che abbia raggiunto il suo fine compiutamente e al di là di ogni obbiezione.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483