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      Così, ad esempio, credere che l’ordine cronologico dello sviluppo delle diverse scienze possa essere determinato principalmente dalla maggiore o minore estensione dell’ambito soggetto alle leggi che esse rispettivamente studiano, equivale a non tener conto di tutto un insieme di circostanze che, come mostra la storia delle scienze, hanno esercitato un’influenza decisiva sulla loro costituzione e sul loro sviluppo, cioè delle connessioni più o meno dirette che legano o hanno legato tra loro, nelle successive fasi di sviluppo della civiltà, ogni ordine di conoscenze e i bisogni pratici e le esigenze della vita economica e sociale. E, anche astraendo da ciò, è un fatto tra i più costantemente osservati e notati da tutti coloro che si sono occupati di ricerche comparative sullo sviluppo delle facoltà intellettuali nelle razze primitive o sullo sviluppo della curiosità infantile, che la frequenza con cui un dato fenomeno si presenta come possibile oggetto d’esperienza, lungi dall’essere di per sé una causa che attira l’attenzione su di esso, è piuttosto un ostacolo al desiderio di conoscere come si produca e a quali leggi obbedisca.
      Così, mentre i primi tentativi compiuti per osservare con una certa precisione e sottoporre a misurazione un fenomeno comune e usuale come quello di un peso che cade, liberamente o lungo una superficie che provoca attrito, non risalgono a più di tre secoli fa, si può ben vedere a quale remota antichità risalgano le statistiche e i calcoli destinati a determinare empiricamente i periodi che regolano il prodursi di fatti rari e straordinari come le eclissi.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483