Certamente vi ha contribuito in gran parte il desiderio di evitare il turbamento che, nell’armonia del sistema di classificazione adottato, sarebbe stato introdotto dall’importuno inserimento di una nuova scienza fondamentale che sarebbe venuta a collocarsi tra la biologia e la sociologia, pur avendo con ciascuna di queste scienze e con le altre rapporti di natura eterogenea rispetto a quelli che erano stati scelti all’inizio come criteri ordina tori della classificazione.
La stretta connessione che collega la parte della psicologia rivolta alla ricerca della genesi e del modo di sviluppo e azione delle facoltà intellettuali con ogni ordine di studi, che, sotto un nome qualsiasi, si riferisce all’analisi dei metodi e dei procedimenti della ricerca scientifica o alla determinazione delle diverse cause d’errore o d’illusione e dei mezzi per salvaguardarsene, non era una relazione da trascurarsi come insignificante in un sistema che, quale quello di Comte, tende a far concepire la filosofia come una metodologia generale delle scienze e si distingue dai sistemi precedenti soprattutto perché prende a fondamento una generalizzazione storica ed empirica di natura essenzialmente psicologica quale la «legge dei tre stadi».
Una teoria della conoscenza e una logica (come del resto anche un’etica e una teoria dei fini e degli ideali umani) senza corrispondenza con un gruppo organizzato e indipendente di ricerche scientifiche, con cui si trovasse nella stessa relazione della biologia con la medicina, o delle scienze meccaniche e fisiche con le applicazioni industriali, avrebbero dovuto apparirgli mancanti della prima condizione necessaria alla loro costituzione e al loro progresso.
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Comte
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