Si può infine trarre dalle considerazioni precedenti un’ultima conseguenza che concerne i rapporti dei problemi sulla classificazione delle scienze con quelli relativi all’organizzazione e alla divisione del lavoro tra gli scienziati. Si può affermare che, mentre il fine delle classificazioni è in generale la rappresentazione simultanea, come in un quadro, delle relazioni che esistono, da un certo punto di vista, tra ciascuno degli oggetti da classificare e tutti gli altri, nel caso presente, al contrario, la cosa più importante, dal punto di vista pratico e teorico, è la precisazione e la critica dei criteri che possono condurre a giustificare e confermare, oppure a modificare e sopprimere, per ogni scienza, le frontiere che ne limitano il campo rispetto a due o tre altre scienze che possono essere prese in considerazione, per un verso o per un altro, come limitrofe o come in grado di disputarle il possesso dei territori contestati.
Tra la ricerca di un raggruppamento perfetto e ideale delle diverse scienze secondo un criterio uniforme e necessariamente unilaterale, e l’adesione passiva alle divisioni tradizionali tra i campi d’indagine delle diverse scienze, divisioni per molte delle quali sono scomparse da tempo le cause storiche che avevano dato loro origine, vi è un vasto terreno aperto a tentativi utili e importanti; se essi non riusciranno a ordinare e unificare secondo nuovi principi la molteplice varietà delle conoscenze umane, non per questo saranno meno fecondi ed efficaci per far avanzare la scienza e per migliorare l’economia degli sforzi che tendono ad accrescerla.
| |
|