Alla prima categoria del prof. Brentano, cioè alla categoria delle semplici rappresentazioni, corrispondono le proposizioni che hanno il solo scopo di chiarire o d’analizzare il senso d’una parola o d’una frase di cui s’intende far uso. Questa classe comprende le proposizioni che, nella terminologia kantiana, sarebbero designate come giudizi analitici, cioè in generale tutte quelle che servono a determinare le nostre «concezioni» le une per mezzo delle altre, decomponendole nei loro elementi più semplici; in altre parole, tutte le proposizioni che partecipano della natura delle definizioni, intendendo questa parola nel suo senso più ampio.
Alla seconda categoria (la categoria delle aspettazioni) appartengono le affermazioni propriamente dette, quelle cioè che esprimono il grado del nostro assenso, o del nostro dubbio, di fronte ad opinioni relative a questioni di fatto, ad opinioni, cioè, suscettibili di esser vere o false indipendentemente da ogni convenzione umana sul modo di esprimerle.(70)
Il contrasto tra tali due classi di proposizioni, che si potrebbero designare rispettivamente, adottando i termini usati da J. Stuart Mill, coi nomi di proposizioni verbali e proposizioni reali, è tanto più importante a rilevare pel fatto che le imperfezioni del linguaggio non permettono sempre di distinguere, a prima vista, a quale di tali due classi si debba riferire una data proposizione che ci vien presentata. In molti casi, infatti, una stessa forma di locuzione può, senza alcuna modificazione esteriore, essere applicata a esprimere tanto una proposizione del primo tipo quanto una del secondo.
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Stuart Mill
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