Vedasi per esempio l’ultimo fascicolo (gennaio) della rivista inglese "Mind" a p. 125. Non è da stupire, a questo riguardo, se, come appunto il Faggi stesso nota, si verifica ora da noi il fenomeno, molto significativo, che una forte proporzione dei giovani recentemente nominati alle cattedre teoriche di filosofia provengono da facoltà diverse da quella nella quale esclusivamente le lauree in filosofia vengono conferite.
La proposta avanzata dal prof. Faggi, come rimedio a un tale inconveniente, è da lui enunciata nei seguenti termini:
«Il regolamento attuale concede ai laureati in lettere di laurearsi in filosofia con un anno di studi filosofici complementari e colla presentazione di una tesi. Lo stesso diritto si conceda ai laureati di tutte le facoltà. Perché chi ha una coltura matematica, o fisica, o biologica, o sociologica, non potrebbe infatti dedicarsi alla filosofia come chi ha una coltura letteraria, che è la meno indicata all’uopo?».
Una proposta analoga è stata pure avanzata qualche anno fa dal senatore professor Carlo Cantoni, e, precedentemente, fu anche discussa dal prof. A. Labriola in un opuscolo dedicato alla stessa questione.
Come prosegue a notare il Faggi, essa avrebbe il vantaggio di far affluire alla facoltà filosofica, ora quasi deserta, o inquinata dei peggiori detriti della facoltà di lettere, nuovi e vitali elementi che contribuirebbero a rialzarne le sorti e il prestigio anche nell’opinione del pubblico. La facoltà di filosofia sarebbe messa sulla via di diventare, come è suo vero compito, un anello di congiunzione fra le scienze e le lettere, impedendo che queste formino dei campi chiusi senza comunicazione fra di loro con grave danno del sapere e della cultura generale.
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