Tra lo schema di classificazione adottato dall’autore per le scienze «teorematiche» e la nota serie del Comte sussistono tuttavia parecchie differenze, oltre quella già accennata, consistente nell’averne esclusa l’astronomia per collocarla tra le scienze storiche.
Anzitutto, alla matematica è fatta precedere una scienza che è, o dovrebbe essere, d’indole ancora più astratta, e alla quale l’autore attribuisce un ufficio analogo a quello che lo Spencer, nella sua classificazione, attribuisce alla logica, cui, come è noto, egli assegna appunto lo stesso posto.
Tale scienza, che l’autore designa col nome di «nomologia», avrebbe il compito di definire e classificare in generale le varie specie di connessioni e dipendenze che sono atte a sussistere tra i fenomeni, di caratterizzare e precisare i concetti di «causa», di «legge», di «spiegazione», ecc., di elaborare insomma le nozioni più generali e fondamentali che dalle altre scienze, non esclusa la matematica, vengono adoperate e presupposte.
A quanto pare essa avrebbe una parentela assai stretta con la «metafisica» nel miglior senso della parola (in quello cioè che più si conforma al contenuto dei libri di Aristotele tradizionalmente designati con quel titolo), presentando pure, nello stesso tempo, più d’un punto di contatto con quell’ordine di ricerche che ultimamente lo Schröder, e prima di lui il De Morgan e il Peirce, hanno indicato col nome di teoria delle relazioni (Beziehungslehre).
Alla nomologia succede il gruppo delle scienze matematiche, cui seguono poi ordinatamente la meccanica, la fisica, la chimica, la biologia e infine il gruppo delle scienze psicologiche comprendente, oltre la psicologia propriamente detta, anche la «sociologia», il qual nome l’autore sembra voler riservare a quei soli rami delle scienze sociali che, come è il caso, per esempio, per la economia politica e per la filologia comparata, meritano di essere assunte alla dignità di «scienze di leggi».
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