Pagina (227/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non ostante, infatti, le suggestioni contrarie, derivanti dalle immagini che rappresentano le premesse come delle «colonne» o degli «uncini» da cui le conclusioni sono sostenute, i vantaggi che si ricavano, in riguardo alla certezza delle nostre opinioni, dal riconoscere che una proposizione è deducibile da altre, non consistono sempre, ne esclusivamente, nel fatto che essa venga in tal modo a fruire della maggior certezza di cui queste ultime godono. Il caso opposto, quello cioè nel quale la verità e la certezza delle conclusioni, deducibili da date premesse, serve ad accrescere e a consolidare la certezza delle premesse medesime, non è né meno frequente né meno importante a considerare. I due vantaggi si riscontrano, anzi, ben raramente disgiunti l’uno dall’altro, in quanto non v’è ramo di ricerca (neppure la geometria) nel quale le premesse siano così indubitabilmente sicure da non poter ricevere qualche ulteriore plausibilità dal fatto di condurre a conclusioni approssimativamente verificabili, mentre non v’è nessun fatto (ad eccezione, forse, delle cosiddette testimonianze della coscienza, escludenti ogni elemento di previsione) la cui credibilità non possa eventualmente essere accresciuta dal fatto di essere in accordo con le conseguenze di qualche teoria anteriormente accettata. Il che è tanto vero che, quando ci troviamo davanti a fatti eccezionalmente strani (cioè troppo in contrasto con quelli che le nostre prevenzioni ci condurrebbero ad aspettare), quelle constatazioni, o testimonianze stesse, che basterebbero a farceli credere se il suddetto contrasto non sussistesse, sono spesso insufficienti a convincerci della loro realtà: come avviene, per esempio, nei casi ai quali si applica la celebre argomentazione di Hume sui miracoli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Hume