Firenze, 12 febbraio 1905.
[XV]
LA CACCIA ALLE ANTITESI
Pubblicato su "Leonardo", a. III, aprile 1905. Poi in Scritti, pp. 582-9.
Scoprire differenze e contrasti tra cose che si somigliano, e rintracciare nessi di somiglianza tra cose disparate, sono due specie di attività mentale che, per quanto appaiano opposte e contrastanti, si riscontrano sempre unite. Il loro avvicendarsi non è meno indispensabile pel progredire di qualunque ordine di conoscenze, di quanto siano i due movimenti opposti di uno stantuffo all’avanzamento della ruota che esso fa muovere.
La loro importanza relativa è tuttavia soggetta a variare nei diversi campi di ricerca, e come vi sono scienze, o fasi di sviluppo scientifico, nelle quali la prima predomina, così ve ne sono altre nelle quali prevale la tendenza a distinguere, o a stabilire tra i fatti delle opposizioni e dei contrasti, invece che delle connessioni o delle analogie.
Si può domandarsi in quale dei due casi si trovino in particolare le speculazioni dei filosofi.
Se la massima scolastica distingue frequenter sembra attribuire in esse una maggiore importanza alla determinazione delle differenze, da un’altra parte la concezione comune della filosofia come la ricerca delle somme generalità, dell’universale, dell’assoluto, ecc., sembrerebbe giustificare una conclusione affatto opposta.
E di quest’ultima si può credere di trovare ulteriore conferma quando, invece di badare a ciò che i filosofi hanno detto di fare, o di voler fare, si passi a esaminare ciò che hanno fatto o sogliono fare.
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Scritti
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