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      Se il mondo in cui viviamo non ci presentasse questo fatto, nessuna scelta di convenzioni potrebbe contribuire a crearlo, o anche solamente a nasconderci la sua assenza. Il solo carattere che lo contraddistingue dai fatti più ordinari della nostra esperienza sta nella sua complessità, dovuta a ciò che il suo riconoscimento presuppone la considerazione non soltanto del moto di un corpo rispetto a un altro, ma il confronto di più moti tra loro.
      Le distinzioni basate su proprietà che possono nello stesso tempo sussistere e non sussistere per un dato oggetto, a seconda degli altri oggetti coi quali lo si confronta, sono così lontane dall’essere meno importanti delle altre, che esse costituiscono anzi l’oggetto principale delle ricerche scientifiche, e acquistano, in una scienza, tanto più rilievo e importanza quanto più essa aumenta di precisione e di potenza.
      Ciò si può verificare anche solo osservando la parte preponderante che le distinzioni di questa specie occupano nelle scienze più accessibili ai metodi matematici. All’esempio sopra indicato, desunto dalla meccanica, se ne potrebbero aggiungere altri non meno istruttivi, a cominciare dalla distinzione implicata dal concetto di «massa» fino a quelle, più complesse, che entrano in giuoco negli altri rami della fisica e presuppongono la scelta di riferimenti assai più artificiosi e di molteplici unità di misura.
      Queste distinzioni sono caratterizzate da ciò che le parole che le esprimono non possono essere definite che per via indiretta, coll’indicare cioè il senso di intere frasi in cui esse figurano, come avviene, per esempio, della parola «rapporto» nella trattazione di Euclide, definita soltanto coll’attribuire un senso all’affermazione che due date quantità stanno nello stesso rapporto di due altre.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483

   





Euclide