[XVII]
LA DISTINZIONE FRA CONOSCERE E VOLERE
Pubblicato su "Leonardo", a. III, giugno-agosto 1905. Poi in Scritti, pp. 626-9.
epeì mantin ghe ta semeia mònon dei ghighnoakeinton esomènon. o ti de to ameinon toùton e
pathein e me pathein, ti mallon màntei prosèkeikrinai e allo otooun;(92)
Platone, Lacbete, 195-6
Lo studio dell’influenza dei desideri e delle esigenze pratiche sulle opinioni e sulle credenze non ha interesse solamente per chi vuole servirsi dei sentimenti per modificare le opinioni, proprie o altrui, ma anche per chi si propone di garantire sé o gli altri contro l’influenza che i sentimenti tendono ad esercitare sulle credenze.
Una questione che per questo secondo proposito è interessante considerare è quella che riguarda la tendenza che hanno le divergenze sentimentali e le diversità di gusti e d’interessi ad assumere l’aspetto di divergenze di opinione.
È merito di Franz Brentano(93) aver insistito, più di quanto non sia stato fatto da alcun altro psicologo, sull’assoluta diversità ed eterogeneità degli atti coi quali aderiamo o rigettiamo una data opinione o credenza, e quelli coi quali dichiariamo il nostro modo di valutare determinati fini e la loro diversa desiderabilità o importanza.
La differenza tra l’un caso e l’altro si può brevemente caratterizzare dicendo che, mentre nel primo le nostre affermazioni implicano, direttamente o indirettamente, delle previsioni su ciò che avverrà o avverrebbe se date circostanze si verificassero, nel secondo invece si esprime soltanto il nostro desiderio che date circostanze si verifichino o no, e la nostra disposizione ad agire in modo da provocarle o impedirle.
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Scritti Lacbete Franz Brentano
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