Scopo suo principale era l’elaborazione di un sistema di classificazione il più semplice possibile degli animali. Lo studio dell’organizzazione interna, limitato da prima all’uomo e agli animali più vicini ad esso, e principalmente mosso dai bisogni della medicina, non poteva così presto assurgere al grado di una morfologia comparata. Gli anatomici e i naturalisti che si rivolgevano a dissezioni di animali inferiori erano pochi e dovevano cominciare necessariamente dallo studio di singole forme. Ogni monografia anatomica non era e non è neppure oggi un affare molto semplice: essa richiedeva molto tempo e molto lavoro; e così solo lentamente si è potuto raccogliere un materiale paragonabile per ricchezza e varietà a quello che la zoologia già possedeva riguardo alle forme esterne. Tuttavia, man mano che il materiale si andava raccogliendo, la naturale tendenza dell’uomo alla comparazione non tardava ad applicarsi anche ai dati anatomici, e così sulla base della zootomia si cominciò a costruire una sistematica degli organi interni. A questa si diede il nome di anatomia comparata. L’anatomia comparata sorge dunque indipendentemente dalla zoologia, e questa indipendenza di origine è la ragione principale del contrapposto fra le due discipline che ancora fino ad oggi si è tramandato» (pp. 9 e 10).
La distinzione tradizionale così stabilita tra l’una e l’altra di esse non corrisponde ad alcuna differenza di fini e di metodi. Ciò che ambedue si propongono è infatti il riconoscimento delle somiglianze e differenze tra organismi e la classificazione di questi in base a quelle.
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