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      b) coerenza logica, cioè mancanza di contraddizioni intime;
      c) accordo con i fatti, cioè, che a parità di a e di b si prescelga la teoria che si accordi col massimo numero di fatti da spiegare e dia una certa sicurezza di poter difficilmente essere smentita da fatti futuri.
      Ora se nel costruire una bugia si tien conto di questi tre requisiti della teoria scientifica, si è certi di costruire la miglior bugia possibile rispetto a un dato fatto o complesso di fatti...» (pp. 9-10).
      E ancora (pp. 11-2 ): «La somiglianza tra la bugia e le teorie scientifiche può essere trovata anche nell’uso passeggero che si fa di loro. Appena una bugia è servita al suo scopo (di far credere ad altri ciò che si sa, o si giudica, erroneo), essa viene gettata via, deposta, come inutile, e, se ne viene trovata una migliore, quest’altra è adottata invece della prima. Le difese dei criminali variano da un tempo ad un altro per potere introdurre dei miglioramenti nelle loro bugie, come uno scienziato migliora col tempo e coll’esperienza e colle obbiezioni le sue ipotesi.
      Gli scienziati, infine, fanno come i bugiardi con le loro invenzioni: gettano via le teorie che non servono più, e ne adottano altre appena si accorgono che sono migliori, cioè più rispondenti ai requisiti sopra citati. Ricordare a uno scienziato una vecchia teoria è come ricordare ad un bugiardo una sua vecchia menzogna: lo si fa arrossire.
      Anche in certi fini la bugia può essere paragonata alla teoria scientifica, come in quello di tener collegato insieme un certo numero di fatti, fra veri, supposti ed attesi che si vogliono imporre alla credenza altrui.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483